La camicia talismanica di epoca ottomana, datata al 1650, fu rinvenuta nel 1980 nel corso del riordino delle collezioni africane. Vi era unito un foglio con questa dicitura: "Camicia forse proveniente dal Sudan e già posseduta dal Museo Kircheriano, con preghiere guerresche e capitoli del Corano. Era indossata, come talismano, in guerra. Porta la seguente indicazione della persona che la fece e la possedette: 'Scrisse questo il più umile dei devoti, il pellegrino Signore Hossein, figliolo del pellegrino Signore Nassereddin, noto per figliuol di Gebàraua nel Giomata, secondo de' mesi del 1060' (anno 1649 dell'era volgare)".
Un attento esame condotto dal Dipartimento di Antichità Orientali del British Museum l'attribuì alla Turchia Ottomana, esculdendo il Sudan.
Nel 1845-46 l’abate Michelangelo Lanci fornì la prima segnalazione dell’esistenza di questa tunica precisando che era stata raccolta in Turchia nel 1665 dal condottiero Raimondo Montecuccoli nel corso di una campagna militare (Trattato delle simboliche rappresentanze arabiche e della varia generazione de' musulmani caratteri sopra differenti materie operati, Parigi, 1845-46). Il Lanci ne fornì inoltre una breve descrizione, quattro disegni e la lettura di tre delle numerose iscrizioni. Tra queste figura l’iscrizione recante il nome dell’artigiano e la data di fabbricazione scritta sul retro della camicia.
La tunica è in lino bianco, presenta colletto e mezze maniche ed è parzialmente aperta sul davanti. La decorazione si iscrive in un preciso schema geometrico e interessa la metà superiore del davanti e del retro, le maniche e l’intera superficie del colletto. Le iscrizioni, in lingua araba, eseguite in scrittura corsiva elegante e raffinata, sono racchiuse all’interno di compartimenti geometrici e medaglioni. Il formulario – versetti coranici, preghiere, invocazioni, nomi di Dio e degli angeli – accompagnato da quadrati magici, segni “cabalistici” e sequenze di lettere isolate, appartiene al consueto repertorio magico-talismanico, giacché queste “tuniche di guerra” servivano allo scopo di difendere dalla cattiva sorte e proteggere il proprietario (in foto un quadrato magico con il nome dell’arcangelo Gabriele.
L’interesse principale della camicia è dovuto in particolare alla presenza del colletto, all’organizzazione degli ornati e alla disposizione delle iscrizioni che la distinguono dagli altri esemplari a tutt’oggi noti, di cui la gran parte è conservata nel museo del Topkapï Saraï di Istanbul.

