Le immagini fotografiche conservate nell’Archivio Storico Fotografico del Museo Nazionale Preistorico Etnografico "L. Pigorini", ora Museo delle Civiltà, si accompagnano alla storia della fotografia coprendo un arco di tempo che va dalla metà dell’Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento. Con alcune decine di migliaia di foto e negativi l'ASF costituisce un patrimonio di rilevanza internazionale per l'eccezionale ricchezza e l'importanza dei materiali presenti.
Il materiale fotografico è databile tra il 1865 e il 1940, sia prodotto internamente, ma soprattutto risultato di scambi, doni ed acquisti. Tra le collezioni di fotografia etnografica si conservano alcune delle raccolte più celebri sia per la storia delle discipline antropologiche sia per la storia della fotografia, come ad esempio le collezioni fotografiche di Enrico H. Giglioli (1845-1909), formata a partire dal 1856 e acquisita nel 1913, di Lamberto Loria (1855-1913) acquisita nel 1897, di Guido Valeriano Callegari formatasi tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, di Luigi Pigorini (1842-1925) integrata dai carteggi che accompagnavano gli scambi di fotografie.
Il Museo nato poco tempo dopo lo spostamento della capitale a Roma (1875), grazie all’impegno personale di Luigi Pigorini, con la missione di diventare il centro della disciplina archeologica del nuovo stato, non poteva fare a meno di utilizzare quel nuovo ritrovato tecnologico che in quegli anni cominciava a diventare sempre più specializzato e diffuso.
L’archivio presenta al suo interno tipologie e materiali diversi, che ripercorrono solo in parte l’evoluzione dei mezzi di ripresa e stampa fotografica. Nell’ultimo decennio si è iniziato a ordinarlo, sia cronologicamente sia didatticamente, in una sequenza di fondi, provando a riallacciare, come in un grande album sciolto, le immagini legate tra di loro da una sequenza di avvenimenti riscontrabili dalle documentazioni d’archivio, raggruppandole attorno a fatti, luoghi e persone, creando infine singole sequenze con fili logici in un sistema complesso di riferimenti documentali.
Molte delle immagini costituenti oggi l’archivio sono state sottoposte nel corso degli anni ad una consultazione frequente dovuta all’importanza che rivestono anche per la storia della paletnologia e dell’etno-antropologia. Per evitarne la manipolazione, fonte di stress e degrado, si è avviato nel tempo un progetto di acquisizione digitale e si è adottato un protocollo per l’accesso all’archivio.
La gran parte dei fondi è costituita da materiale fotografico che documenta, nella prima fase di vita del Museo, principalmente, l’attività di studioso ed archeologo di Luigi Pigorini, alla quale si aggiunse in data successiva quella che documentava, sin dal 1866, l’attività e la professione di etno-antropologo, di un altro fondamentale personaggio della storia scientifica del nostro paese Enrico Hillyer Giglioli.
Nei fondi conservati sono presenti sia positivi, consistenti in genere in stampe all’albumina e/o alla gelatina, realizzate tra 1866 e il primo ventennio del 1900, sia negativi fotografici su lastra che utilizzavano il procedimento negativo alla gelatina-bromuro d’argento che si erano diffusi tra il 1880 ed i primi decenni del Novecento. L’utilizzo del vetro come supporto per la realizzazione di lastre fotografiche negative, che ben si prestava allo scopo per la trasparenza e la stabilità chimica, ha fatto sì che molti di questi materiali se ben conservati, arrivassero fino ai nostri giorni.
Molti dei positivi e negativi che appartengono da tempo alle collezioni storiche del Museo Pigorini sono state oggetto di interventi di carattere conservativo e preventivo in modo da salvaguardare le informazioni che contengono e per valorizzare la loro funzione di "reperti archeologici" della fotografia.
L’Archivio fotografico del Museo comprende anche un Archivio corrente che conserva il prodotto realizzato dal Servizio fotografico interno e documenta per immagini tutto ciò che è oggetto dell’attività scientifica del Museo e della Soprintendenza (decaduta nel gennaio 2015): la documentazione delle collezioni preistoriche ed etnografiche, gli scavi e le ricerche sul campo, i restauri, l’evoluzione nel tempo dello stesso Museo.
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